Descrizione
Da sempre le feste dei santi patroni di Fabrica, Matteo e Giustino, nelle aspettative dei concittadini, rappresentano un poco una specie di banco di prova e verifica al quale sono sottoposti gli organizzatori. Si guarda il programma e si commenta in base ai desideri di ogni singolo gruppo di interesse, sia giovane che meno giovane. Ed ogli anno è cosi’. Sul calendario annuale delle manifestazioni si notano almeno tre direttrici principali sulle quali Comune e Pro-Loco si muovono per cercare di dare tono ed importanza alla festa piu’ attesa dell’anno da tutta la popolazione. La musica, un po’ di allegria e i cavalli.
La Carriera della Stella
La Carriera della Stella, giunta alla decima edizione, con una accanita e competitiva partecipazione delle contrade e con il loro albo d’oro conservato in comune su un dipinto di un pittore locale.
Il Palio
E poi l’Antico Palio di S.Matteo e trofeo di S.Giustino, una corsa di cavalli che con pochissime episodiche interruzioni si tiene da ben prima dell’unità d’Italia. Il palio vede ogni anno importanti partecipazioni di cavalli e fantini e ogni anno si preparano delle interessanti novità organizzative e si rafforza il filo diretto con quel di Siena. Per la musica gli organizzatori Comune e Pro-Loco come ogni anno almeno un concerto di un volto noto della canzone italiana.
Ma non ci sono solo queste cose, rispettando una tradizione di cultura , di attenzione alle realtà cittadine e di considerazione per le tradizioni, ecco la classica “Corsa dei carrettini” Domenica scorsa, organizzata da un gruppo di ragazzi riunitisi in comitato, e poi, le tradizionali ed importanti uscite della banda musicale Comunale “Raffaele Poleggi” che accompagna la processione del Santo Matteo la sera della vigilia, con il concerto di chiusura che precede i fuochi artificiali e con le marcette il piazza. Un bene, questo che Fabrica ha con la banda musicale, da tutelare ed incrementare con ostinazione e convincimento.
E poi la “corsa” della Macchina di S. Matteo, su per le salite del Palazzotto e del vecchio comune, quando i portatori, riuniti da qualche tempo in confraternita fanno fare al baldacchino con il simulacro del Santo una vera a propria volata per i ripidi pendii che portano dalla Circonvallazione fino a Piazza Duomo. Dove si godono poi gli applausi, per loro e per S.Matteo, mentre dal castello scende una fitta e luminosa bengalata di accoglienza. Una serata, quella del trasporto di S.Matteo, che unisce tutti i fabrichesi, che hanno, come dappertutto, grande considerazione per il loro ieratico, severo e barbuto Santo e che la esprimono con una grande partecipazione alla Messa ed alla successiva processione. Piu’ “ laica” ma sempre attesa, anche se è un classico di ogni festa , la Tombola in Piazzale Garibaldi porta qualche migliaio di persone a giocare con la sorte, con tutte opportunità che si presentano ad ogni numero, commentato come le figure della smorfia napoletana, con i numeri invocati, con le invettive e le richieste inviate a chi sorteggia i dischetti di legno, con le sollecitazioni in dialetto “ Sgrulla” e “ l’o’ pizzo” e con gli innominabili epiteti e richiami alle dimensioni del fondoschiena di chi ha la fortuna di vincere i premi in palio. Insomma una festa popolare che chiama la comunità a trovare una identità che ancora si deve manifestare in pieno, anche se ci sono nuovi e confortanti segnali.
Esce il 22 settembre, ma ogni cinque anni, la teca con il corpo di cera con le reliquie di S. Giustino, il Santo guerriero, secondo patrono di Fabrica di Roma. Esce ogni cinque anni con i massimi onori, festeggiato e con un trasporto solenne come S. Matteo. Stessi riti, stessa confraternita dei portatori che lo conduce sul percorso tra il centro storico e Via Roma, fino alla Chiesa della Madonna della Pietà. Stesse importanti note della banda Musicale Raffaele Poleggi e grandi bengalate per un’evento che rinnova solo ogni lustro.
I Fabrichesi sono contenti del loro santo, che si trova sotto l’altare maggiore, quasi in posizione privilegiata rispetto al Santo Matteo che con un detto strettamente locale è ubicato “ l’ò pizzo” ovvero nell’angolo sinistro della chiesa entrando.
San Matteo Apostolo ed evangelista
21 settembre – I secolo dopo Cristo
Matteo, chiamato anche Levi, viveva a Cafarnao ed era pubblicano, cioè esattore delle tasse. Seguì Gesù con grande entusiasmo, come ricorda San Luca, liberandosi dei beni terreni. Ed è Matteo che nel suo vangelo riporta le parole Gesù:”Quando tu dai elemosina, non deve sapere la tua sinistra quello che fa la destra, affinché la tua elemosina rimanga nel segreto… “. Dopo la Pentecoste egli scrisse il suo vangelo, rivolto agli Ebrei, per supplire, come dice Eusebio, alla sua assenza quando si recò presso altre genti. Il suo vangelo vuole prima di tutto dimostrare che Gesù è il Messia che realizza le promesse dell’ Antico Testamento, ed è caratterizzato da cinque importanti discorsi di Gesù sul regno di Dio. Probabilmente la sua morte fu naturale, anche se fonti poco attendibili lo voglio non martire di Etiopia.
Patronato:Banchieri, Contabili, Tasse
Etimologia: Matteo = uomo di Dio, dall’ebraico